La depressione è uno dei disturbi mentali più comuni, con più di 300 milioni di persone affette e con alti costi per la società. Inoltre le conseguenze di questo disturbo in termini di qualità della vita sono enormi. La depressione è stata definita dalla Organizzazione Mondiale della Salute come la causa maggiore, i numeri parlano del 7.5% della popolazione generale nel 2015 (WHO 2017), di disabilità a livello globale.

La depressione è una patologia nell’ambito dei disturbi dell’umore, caratterizzata da un insieme di sintomi, che alterano il funzionamento vitale della persona che ne soffre, compromettendo anche la propria vita sociale.

Il disturbo depressivo può colpire a qualunque età ed è più frequente nelle donne adolescenti e adulte, e in ogni caso tra i 25 e i 44 anni. Le persone affette dalla depressione manifestano un flusso di pensieri automatici negativi, con prevalenza di temi quali fallimento, autocritica, insuccesso, incapacità, indegnità e non amabilità. La persona depressa presenta una visione negativa di sè stesso, come inadeguato e difettoso.

La persona depressa interpreta in senso negativo le proprie interazioni con l’ambiente che lo circonda, considerando tutto come sconfitta, privazione e denigrazione e ritiene che gli attuali problemi non siano risolvibili e sopportabili. Per quanto riguarda la visione del futuro, la persona è portata a prevedere difficoltà e negatività, considerandole come una continuazione di quelle attuali e pertanto non si attiva, poiché è convinta di fallire.

Gli aspetti depressivi hanno delle radici soprattutto durante l’infanzia, periodo in cui, secondo la ricerca e le ultime pubblicazioni in campo scientifico, se ci sono esperienze sfavorevoli e traumatiche, queste possono rimanere come fattori di rischio per la salute mentale dell’adulto anni dopo. Queste possono rimanere latenti per tutta la vita e spesso non si manifestano nel corso degli anni fino a quando un fattore precipitante può far sviluppare per esempio una depressione maggiore.

Così, fattori biologici, fattori sociali ed eventi di vita si sommano e possono rimanere latenti, ma quando vengono innescati da eventi scatenanti attivano una reazione a catena, che sfocia in sintomi depressivi emotivi, cognitivi, comportamentali, e fisiologici.

 

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Le recenti ricerche indicano che il trauma e altri eventi di vita sfavorevoli possono potenzialmente essere dei fattori di rischio per lo sviluppo della depressione, quindi essendo l’EMDR considerato un trattamento efficace per la cura delle conseguenze a lungo termine di esperienze traumatiche, può dare un grande contributo per il trattamento della depressione.

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