Sport, musica e spettacolo: cosa hanno in comune? 🎯 La performance e la preparazione che ogni atleta e performer deve mettere in campo per dare il meglio di sé. 💥

Sono stata intervistata da Alessia Ferri penna di Vanity Fair Italia approfondendo il potere del Mental Coaching.

La mia intervista a tema #mentalcoaching a Vanity Fair 🎯

Federica Maldini, mental coach: «Attraverso tecniche di respirazione, rilassamento e mindfulness, cerchiamo di rendere la persona che si affida a noi in grado di gestire l’ansia, lasciando fuori critiche, giudizi, paura del fallimento»

Dopo che Fedez ha reso noto di essersi sottoposto a un percorso di «allenamento della mente», in vista della sua partecipazione al Festival di Sanremo, si è iniziato a parlare tantissimo di questa figura. Ma che cosa fa un mental coach e a chi può essere utile? Abbiamo approfondito

In molti hanno notato l’estrema concentrazione con la quale Fedez, soprattutto la prima sera, è salito sul palco del Festival di Sanremo 2025. Sguardo fisso, postura dritta, zero o quasi espressività. Solo lui e la sua musica. Una veste inedita per il rapper, noto anche per la sua grande emotività, spesso visibile durante le esibizioni live e che invece nel corso della kermesse è stata egregiamente tenuta a bada.

Merito suo ma anche e soprattutto di un percorso di mental coaching che lo ha preparato ad arrivare al meglio della propria forma psicologia a un appuntamento tanto importante ma che, a causa dei molti gossip che lo hanno recentemente investito, rischiava di inghiottirlo.

Da quando si è saputo che nel periodo antecedente al ritorno all’Ariston è stato seguito da una professionista, la curiosità intorno alla figura del mental coach è esplosa, e con essa i profili social di chi si professa guru della preparazione mentale e tenta di sedurre quanti più clienti possibili con frasi motivazionali a effetto. Onde evitare di finire in mani sbagliate, però, è bene fare un po’ di chiarezza.

«Questa tecnica lavora sulla mente, che è il motore della performance, quindi bisogna fare attenzione e soprattutto non improvvisare, altrimenti si potrebbero creare danni invece che benefici», spiega Federica Maldini, psicologa, psicoterapeuta e mental coach che nel corso degli anni ha aiutato molti atleti, ma anche artisti e professionisti di vari settori, a prepararsi ad appuntamenti particolarmente importanti e stressanti. «Io dico sempre che li aiuto a diventare la migliore versione di loro stessi e a esprimere il proprio potenziale al massimo».

Ma nel concreto, che cosa insegna un mental coach? 

«Principalmente a escludere il mondo esterno e a crearsi la propria bolla, nella quale riuscire a isolarsi e a entrare in uno stato di massima concentrazione, consapevole delle proprie capacità. Attraverso tecniche di respirazione, rilassamento e mindfulness, cerchiamo di rendere la persona che si affida a noi in grado di gestire l’ansia e lasciare fuori i rumori, il pubblico, le luci, ma anche le critiche, i giudizi e la paura del fallimento».

Durante il percorso si crea una routine preparatoria che aiuta poi ad essere autonomi al momento della performance e a riuscire a mantenere il focus su quello che si sta facendo, senza farsi sopraffare dalle emozioni. Il mental coaching è un percorso che, attraverso tecniche di respirazione, self talk, rilassamento e mindfulness, 🧘🏻‍♀️ allena la mente per far emergere la migliore versione di sè. Lasciando fuori l’ansia, le critiche, i giudizi e la paura del fallimento permettendo cosi di affrontare al massimo gli appuntamenti più importanti. 🌟.

Proprio perché finalizzato a dare il meglio in un momento specifico, il mental coaching è estremamente personalizzato e può essere concentrato in un lasso di tempo abbastanza breve. Il lavoro di Federica Maldini e dei colleghi che si dedicano a questa pratica non si esaurisce però una volta finito l’evento. «Il nostro compito è di seguire chi si affida a noi non solo prima ma anche durante e dopo e spesso quest’ultima fase è la più delicata perché serve per analizzare quanto fatto senza lasciarsi sopraffare da eventuali errori compiuti che potrebbero condizionare l’evento successivo. Soprattutto se le cose non sono andate esattamente come si sarebbe voluto è importante insegnare a reagire a critiche e insuccessi e far capire che si potrà fare meglio la volta dopo, focalizzandosi sui propri punti di forza».

Anche se si tende ad associare la figura del coach della mente ad artisti o sportivi chiamati a prove importantissime e spesso sotto i riflettori, imparare a gestire le emozioni e a rimanere concentrati sul qui e ore fa bene a tutti, dal medico, al manager di un’azienda fino agli studenti perché «l’ansia da prestazione ce l’ha anche un professionista prima di una decisione importante o un ragazzo in vista di un esame universitario o un’interrogazione a scuola e non bisogna avere timore di chiedere una mano per dominarla», conclude Federica Maldini.

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